L’Arte della Memoria. Una collezione “magnetica” - Calamita n. 3

Angeli
1907-1910, vetrata, taches di vetro legate a piombo
Duilio Cambellotti, pittore, scultore, illustratore (Roma 10 maggio 1876 – 31 gennaio 1960)
In Cappella Bernabei
Bassopiano Pincetto, riquadro 139

La semplice cappella Bernabei è impreziosita da tre vetrate con rappresentazioni moderne, quasi laiche di “Angeli”, eseguite su disegno di Duilio Cambellotti (1907-1910), dal fedele maestro vetraio Cesare Picchiarini.

Duilio Cambellotti frequentò il Liceo Artistico Industriale, sotto la guida di Alessandro Morani e di Raffaello Ojetti, specializzandosi in cesellatura in metallo. Si inserirà presto nell'ambiente artistico romano di più aperta avanguardia e più profondamente impegnato nelle problematiche estetico-sociali, dedicandosi alle arti applicate e attivo come cartellonista pubblicitario, illustratore di libri, giornali e riviste. 

Nel 1904 entrò a far parte del gruppo i "XXV della Campagna romana", fondato da Paolo Ferretti, producendo una serie di paesaggi. Tra il 1905 e il 1908 realizzò le prime scenografie, preparando tra l'altro quelle per “La Nave” di Gabriele D'Annunzio al Teatro Argentina di Roma. Dal 1913 divenne il principale scenografo degli spettacoli nel teatro greco di Siracusa, ideando fino al 1939 tutte le scene ei costumi, e molti manifesti, per le rappresentazioni classiche del “Comitato (poi Istituto) del dramma antico”.
Nel frattempo aveva avviato anche una collaborazione con il cinema, preparando scene e costumi per numerosi spettacoli importanti, tra cui “Frate sole” (1918) e “Gli ultimi giorni di Pompei” (1926).
Non trascurava parallelamente di produrre pitture e sculture autonome, con opere ispirate per lo più a temi sociali (come il polittico” L'Altare”, ammirato da Massimo Gorkij nel 1908) e a simbologie rurali e contadine.
Infine, sviluppando gli interessi per i problemi dell'arredamento in connessione con l'architettura, nell'impegno di dar luogo ad abitazioni economiche ma esteticamente dignitose, pubblicava nella rivista “La casa” nel 1908 una serie di progetti.

Dal 1911 Cambellotti interveniva nell'impresa delle scuole dell'Agro romano, teorizzata e promossa da Angelo Celli, Giovanni Cena e Alessandro Marcucci e allestì, con Giacomo Balla, la mostra delle scuole dell'Agro tenutasi a Roma (Valle Giulia) nel 1911, nell’ambito delle manifestazioni per il cinquantenario dell'Unità d’Italia.
Nel 1912, con Umberto Bottazzi e Vittorio Grassi, organizzò la prima mostra della vetrata, il mezzo espressivo che gli sarebbe divenuto sempre più consueto. 

La multiforme attività di Cambellotti rende arduo un giudizio complessivo sulla sua opera. Nelle pitture giovanili si avverte la libera utilizzazione della tecnica e del gusto divisionisti, mentre gli oggetti sono ispirati a un personale, secco Liberty. La difficoltà a trovare un discorso espressivo che traduca direttamente il suo credo rivoluzionario e il suo rifiuto sostanziale – malgrado il precoce sodalizio con Balla e Boccioni - verso il linguaggio futurista, presto prevalente, contribuisce a raggelarlo in una situazione espressiva senza sbocco, al margine dei maggiori movimenti artistici.