L’Arte della Memoria. Una collezione “magnetica” - Calamita n. 5
Monumento a Goffredo Mameli
1891, gruppo scultoreo in marmo e peperino
Luciano Campisi, scultore (Siracusa, 13 settembre 1860 – 2 maggio 1933)
Viale d’ingresso, tra i riquadri 1S e 3S
Il monumento funebre è dedicato a Goffredo Mameli (Genova 5 settembre 1827 – Roma 6 luglio 1849), patriota e poeta, autore delle parole dell’inno nazionale italiano.
I versi del “Canto degli Italiani” furono scritti nel 1847, quando Mameli, attivo letterariamente fin dagli anni giovanili, era pienamente coinvolto nella militanza politica. “Fratelli d’Italia” fu declamato in pubblico per la prima volta a Genova il 9 novembre 1847, durante un corteo antiasburgico che raccolse circa 30.000 persone, pubblicato su un foglio volante a Modena nel 1848 e immediatamente musicato dal patriota genovese Michele Novaro.
Mameli fu fra gli eroici difensori della Repubblica Romana come aiutante di campo di Giuseppe Garibaldi, partecipando ai combattimenti per la difesa della Villa del Vascello. Durante l’ultimo assedio alla Villa Corsini, il 3 giugno 1849 fu ferito alla gamba sinistra, trovando dopo poche settimane la morte.
L’esigenza di onorare con un degno sepolcro la figura di Mameli, sollecitata dai suoi familiari, fu accolta favorevolmente dal Comune di Roma che nel 1889 bandì un concorso fra gli artisti italiani, vinto dallo scultore siciliano Luciano Campisi.
Il monumento, eseguito da Campisi nel 1891, è composto dalla scultura in marmo del giovane eroe, avvolta in una bandiera e distesa sopra un’urna, addossata a una quinta architettonica in peperino – materiale che richiama la grande stagione della Roma antica repubblicana - impostata su tre gradoni. Il fondale, coronato da una trabeazione dorica, sovrastata dalla lupa capitolina, è compreso tra due pilastri decorati con fasci littori, ulteriori riferimenti alla Roma repubblicana, ed emblemi attinenti alla figura stessa di Mameli, poeta e patriota: la lira e la spada.
Nel 1941 i resti di Mameli vennero traslati nel Mausoleo Ossario Garibaldino al Gianicolo, edificato per raccogliere le spoglie dei caduti della Repubblica Romana. L’evento è ricordato nell'iscrizione incisa nella parte posteriore del monumento.