A noi gli occhi, Gigi. Omaggio a Gigi Proietti
Un affettuoso racconto recitato, in ricordo dell’ultimo “mattatore” del teatro italiano, dal talento istrionico e popolare, che ha saputo saldare la cultura romana con la letteratura del migliore teatro italiano ed europeo.
La simpatia trascinante del sorriso, la forza magnetica dello sguardo, la capacità espressiva nei più diversi registri interpretativi e una voce indimenticabile sono alcuni dei doni di Gigi Proietti alla storia dello spettacolo e alla cultura italiana. Per la sua città rappresenta un valore identitario, unico e insostituibile, custodito nel cuore dei Romani. Gigi Proietti era un talento innato, padrone del palcoscenico grazie alle sue straordinarie doti naturali – canore, atletiche ed espressive – e alla curiosità onnivora del suo spirito di osservazione. Tutto questo e il racconto dell’inconsueta parabola della sua formazione e del suo successo nel nuovo percorso al Verano che ci condurrà al suo suggestivo sepolcro-monumento.
Il Percorso 
Una passeggiata tra i ricordi:
A noi gli occhi, Gigi – Omaggio a Gigi Proietti (Durata: 2 ore)
La narrazione muove dal ricordo del suo debutto come cantante, in grado di spaziare lungo un ampio repertorio e di fronteggiare ogni tipo di pubblico. Proprio le sue doti canore furono notate da Sergio Garinei e Sandro Giovannini, che lo vollero in Alleluja brava gente (1970) per sostituire un cantante del calibro di Domenico Modugno. Sebbene lontano dal teatro d’avanguardia, di cui al tempo calcava le scene, il Teatro Sistina gli assicurò il primo grande successo.
La seconda tappa conduce a Ettore Petrolini, che seppe intrecciare agli inizi del Novecento l’avanguardia futurista con il teatro di rivista, l’anima romana per eccellenza di cui Gigi Proietti fu diretto erede. È a lui, erede della romanità, che fu affidato il ricordo di Alberto Sordi nel ”funerale di popolo” che Roma gli tributò.
Ma non solo romano era il panorama di Proietti e di quelli che a lui guardarono, come Eduardo De Filippo. Il grande scrittore di teatro lo voleva come interprete di una sua opera, ma questo incredibile incontro non si concretizzò, se non in parte.
La romanità di Gigi Proietti è stata all’insegna della modernità e della sperimentazione, così come nel campo della canzone è stata moderna e innovativa la romanità di Gabriella Ferri. Incontreremo e ricorderemo altri grandi autori e interpreti della cultura romana e del teatro dialettale, da Trilussa a Mario Scaccia, fino a quel grande trasformista e sperimentatore di Leopoldo Fregoli, che Proietti reinterpretò con successo.
Sebbene profondamente uomo di teatro, Proietti fu protagonista in molti film. Uno su tutti, la Tosca di Luigi Magni, vero e proprio musical romanesco che esaltò le sue doti di assoluto showman, accanto ai mostri sacri del cinema italiano, Monica Vitti e Vittorio Gassman. Quest’ultimo consacrò esplicitamente Proietti, come suo erede nel ruolo di “mattatore” del palcoscenico.
Ma Gigi Proietti è stato tante cose. È stato autore, oltre che interprete, a lungo in coppia con Roberto Lerici. È stato doppiatore (chiamato da Emilio Cigoli) ed è stato un appassionato insegnante di teatro, con l’esperienza del Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, nato nel 1979, durante la direzione del Teatro Brancaccio.
La selezione dei brani recitati e delle letture eseguite durante la visita è a cura dell’attrice Sabina Barzilai, allieva del III corso del Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Gigi Proietti.