Roberto Rossellini e le Storie del Cinema: 80 Anni da Roma Città Aperta
Il 24 settembre 1945, al Teatro Quirino di Roma, venne proiettato per la prima volta Roma città aperta. A 80 anni di distanza dall’uscita nelle sale cinematografiche, la visita guidata al Verano ripercorre il clima che anticipò e accompagnò la realizzazione del film, attraverso i suoi protagonisti. La pellicola di Rossellini non è solo racconto di un’epoca, ma è esso stesso storia. Roma fu dichiarata ‘zona non di guerra’ e ‘città aperta’ nei nove mesi in cui fu occupata dai nazisti, i quali in realtà non la considerarono mai tale, tanto da dar luogo ad uno dei periodi più tragici e oscuri della città. Proprio durante questo intervallo, un eterogeneo gruppo di intellettuali, politici e cineasti antifascisti ebbe l’idea di documentare su pellicola quanto la città stava vivendo. Il film ebbe una vita difficile sin dall’ideazione, e ancor più travagliata durante la fase produttiva. In Italia infuriava ancora la guerra. Il pubblico capì fin da subito, visto il grande successo, che in Roma città aperta si dava la giusta importanza alle contraddizioni che si erano create con l’occupazione nazista, tra il bisogno di salvarsi, l’orrore per la guerra e il tentativo di capire da quale parte stesse la ragione, aldilà delle differenze ideologiche e politiche.
Il percorso
Una passeggiata tra i ricordi: Roberto Rossellini e le Storie del Cinema: 80 Anni da Roma Città Aperta
(Durata: 2 ore)
Nel percorso che dagli anni trenta ci conduce all’avventura di Roma città aperta, incontreremo attori come Massimo Girotti, per ricordare la Trilogia della guerra fascista di Rossellini, ma anche Vittorio De Sica, dapprima attore di punta dei cosiddetti film ‘telefoni bianchi’ e poi padre del Neorealismo, e Aldo Fabrizi, di cui ricorrono 120 anni dalla nascita, che venne scelto da Rossellini fra i protagonisti della pellicola per l’intensa parte di don Pietro Pellegrini. Amedeo Nazzari e Alessandro Blasetti sono lo specchio di un’epoca in cui il cinema diviene strumento di propaganda, mentre Emilio Cecchi, fine intellettuale, rappresenta, attraverso la Cines, l’autonomia degli intellettuali, ma anche l’importanza della spinta produttiva della Settima Arte. La cappella Rossellini è il cuore del nostro racconto: la progettazione del film, il soggetto e la sceneggiatura di Sergio Amidei insieme, fra gli altri, a Federico Fellini, le difficoltà economiche, la scelta coraggiosa di raccontare l’hic et nunc attraverso vicende di dolore e di coraggio, le musiche di Renzo Rossellini. Sulle storie dei personaggi aleggiano l’attentato di Via Rasella e l’eccidio delle Fosse Ardeatine, mai citati. Carlo Lizzani, che di Rossellini fu aiuto regista in Germania anno zero (1948), rievocherà molti anni dopo, con Celluloide (1996) la storia del film, storia nella storia. Il film riecheggia eventi e personaggi della realtà, da don Giuseppe Morosini a Teresa Gullace, la cui figura ha ispirato il personaggio della popolana Pina, interpretato da una indimenticabile Anna Magnani. Entrambe verranno ricordate a conclusione del percorso davanti al Sepolcreto dei caduti nella lotta per la Liberazione, in cui la Gullace è sepolta.
INFO E PRENOTAZIONI
La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti.
Il Punto di incontro è presso l’Ingresso Monumentale del Verano, in piazzale del Verano, 1.
Per consentire un’ampia ed effettiva partecipazione, sarà possibile riservare posti solo per le visite del fine settimana successivo all’atto della prenotazione
Segreteria Organizzativa. Contatti:
email: cultura.cimitericapitolini@amaroma.it
Telefono 328 7561996 dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 e 14.00 – 18.00. Sabato e festivi 9.00-13.00.