Rassegna cinematografica "Viaggi di vita, viaggi di memoria"
Cimitero del Verano-Sala Mater Admirabilis. 30 - 31 ottobre e 1-2 novembre 2015
Una selezione di alcune pellicole del grande schermo in cui lo sguardo degli autori e della macchina da presa includono originali “visioni” sull’elaborazione del lutto, sui “luoghi/non luoghi” di sepoltura, sugli “spazi” della memoria, in un continuo dialogo tra finzione e realtà, tra clichés culturali e rappresentazioni emotive individuali. Una carrellata di contributi cinematografici che viaggia tra i continenti e i paesi: dall’Europa con le produzioni italiane, francesi e del Regno Unito, agli Stati Uniti e al Giappone. I titoli proposti sono anche un “viaggio” tra i generi cinematografici: dal documentario al genere drammatico, dal road movie fino alla commedia grottesca.
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Mortacci
Venerdì 30 Ottobre, ore 15.15 (commedia grottesca; Italia; 1989) Regia di Sergio Citti Una trama, che si svolge interamente dentro a un cimitero, in cui si intrecciano personaggi e storie del mondo dei vivi e del mondo dei defunti. Una narrazione tutta “italiana” per linguaggio, e rappresentazioni paradossali di clichés legati a personaggi (come ad esempio il custode del cimitero) e al tema del rapporto tra anime viventi e anime defunte. Il cimitero del film è inesistente: il regista ha infatti preferito girare tutte le scene in un set allestito per l’occasione negli studi di Cinecittà. Sergio Citti ebbe proprio dal suo maestro Pier Paolo Pasolini, anni prima, l’idea di realizzare un film con questo soggetto. Sembra inoltre che fu sempre Pasolini a suggerire il titolo della pellicola. Nel film recitano, tra gli altri, Vittorio Gassman (sepolto al Verano) e Aldo Giuffrè (sepolto a Prima Porta). |
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DeparturesSabato 31 Ottobre, ore 15.15 (drammatico; Giappone; 2008) Regia di Yòjirò Takita Un giovane violoncellista rimasto improvvisamente disoccupato risponde all’annuncio pubblicizzato sul giornale da un agenzia “Assistiamo coloro che partono per dei viaggi”. Scopre poi con stupore che non si tratta di una agenzia turistica bensì di una agenzia che si occupa dell’”ultimo viaggio”, e cioè delle tradizionali cerimonie giapponesi di preparazione dei defunti di fronte ai familiari dolenti (da cui il titolo originale Okuribito, letteralmente: “Persona che accompagna alla partenza”). Assunto come tanatoesteta vive traumaticamente gli aspetti del suo nuovo mestiere: la vista e l’odore della morte, ma soprattutto la vergogna, lo inducono a nascondere in prima battuta ai propri familiari e amici il nuovo lavoro. Ma dal susseguirsi degli accadimenti, narrati alle volte in maniera drammatica, alle volte quasi comica ma pur sempre poetica, il protagonista imparerà l’amore e l’orgoglio per la sua nuova professione coinvolgendo in questa consapevolezza anche i propri familiari e amici dai quali, inizialmente, era stato trattato con disprezzo. Il film, basato sull’autobiografia di Aoki Shinmon e la cui lavorazione è durata 10 anni (l’attore protagonista Masahiro Motoki ha studiato personalmente il violoncello, nonchè l’arte della preparazione dei defunti da un tanatoesteta), è stato premiato nel 2009 a Los Angeles con l’Oscar al miglior film in lingua straniera. |
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Still LifeDomenica 1 Novembre, ore 10.30 (drammatico; Regno Unito, Italia; 2013) Regia di Uberto Pasolini dall’Onda Il protagonista è un impiegato comunale incaricato di rintracciare i parenti di persone morte in solitudine. Svolge il suo lavoro con diligenza e, soprattutto, con molta più umanità di quella che gli è richiesta, finchè un giorno, per via del ridimensionamento del suo ufficio, viene licenziato. Chiede comunque di poter chiudere il suo ultimo caso, durante il quale, a seguito dei vari accadimenti, comincia ad assaporare davvero la vita. Uberto Pasolini, discendente di Luchino Visconti, oltre che regista è anche sceneggiatore e produttore del film, da lui stesso definito “una riflessione sulla solitudine e sulla morte, nel tentativo di comprendere cosa vuol dire isolamento nella società occidentale contemporanea”. Il film ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione “Orizzonti” della 70° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. |
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Quel che resta di mio maritoDomenica 1 Novembre, ore 15.15 (commedia drammatica; USA; 2006) Regia di Christopher N. Rowley Road movie attraverso paesaggi mozzafiato dallo Utah alla California passando per il Bryce Canyon, il Salt Lake, Las Vegas. Tre amiche affrontano insieme il “viaggio”, geograficamente ed esistenzialmente parlando, per consegnare l’urna con le ceneri del marito di una di loro alla figlia che l’uomo aveva avuto da un precedente matrimonio. Il regista affronta con tono leggero il tema del lutto e della sepoltura usandolo come chiave di apertura e narrazione sui temi dell’amore e dell’amicizia, nonché, come nel caso di Still Life e di Departures, sebbene con un difforme stile narrativo, leggendo la morte come chiave di accesso ad una nuova vitalità e ad una nuova fase dell’esistenza di una persona. Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival del 2006. |
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Sacro GRA
Lunedì 2 Novembre, ore 10.30 (documentario; Italia, Francia; 2013) Regia di Gianfranco Rosi Il film documenta, senza commenti e/o interviste, scene di vita reale che si svolgono in alcuni dei luoghi periferici che gravitano lungo il Grande Raccordo Anulare. Uno di questi luoghi è il Cimitero Flaminio-Prima Porta. La proiezione di questa opera vuole anche essere l’omaggio a Renato Nicolini, che ne è stato l’ispiratore, sebbene, scomparso nell’agosto del 2012, non abbia potuto partecipare al successo dell’opera finita e premiata con il Leone d’Oro al miglior film della 70° Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia del 2013. Nicolini è sepolto al Verano. C’è anche una “curiosità culturale”, poco nota al vasto pubblico: GRA non è l’acronimo del Grande Raccordo Anulare (connessione individuata “a posteriori” della sua progettazione) bensì il cognome dell’ingegnere progettista, Giulio Gra, la cui tomba si trova al Cimitero del Verano. |
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La grande guerra
Lunedì 2 Novembre, ore 15.15 (guerra, drammatico; Italia; 1959) Regia di Mario Monicelli Il regista, di cui si celebra questo anno il centenario dalla nascita, con questo film dedicato alla Prima Guerra Mondiale, di cui pure questo anno si celebra il centenario, traspone sul grande schermo i sentimenti, i risvolti umani, i drammi vissuti dalle “persone” che hanno partecipato al conflitto, dentro e fuori le “trincee”. E lo fa con sguardo disincantato, e, nel contempo, critico e attento. In questo capolavoro di Monicelli, le cause e, soprattutto, le conseguenze del conflitto che cambierà la storia del nostro Paese, sono narrate attraverso il vissuto quotidiano (tanto di vita, quanto di morte) dei “piccoli-grandi eroi” protagonisti del film, nelle memorabili interpretazioni di Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Il Film è stato premiato nel 1959 con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, ex aequo con “Il Generale della Rovere” di Roberto Rossellini, ambientato nella Seconda Guerra Mondiale. Nello stesso anno, ha inoltre ricevuto la Nomination all’Oscar come miglior film straniero. |