Le Sette arti al Verano

Un nuovo itinerario alla scoperta delle Sette Arti nel Cimitero Monumentale del Verano: un museo all’aperto custode dell’identità artistica e culturale italiana. Le Passeggiate tra i ricordi si arricchiscono di un nuovo percorso, reale e filmico, per esplorare le suggestive testimonianze delle Sette Arti all’interno dello storico cimitero romano.

Il Percorso

Percorso completo: durata 2 ore

La pittura, la scultura, l’architettura, la musica, la danza, il teatro e il cinema, la poesia e la letteratura si intrecciano nelle opere e nelle storie che il nuovo percorso descrive e racconta, passeggiando tra i sepolcri. Alcuni di questi si offrono come una incredibile sintesi, una sorta di “metafora sinestetica”, di rimandi. Come il monumento da cui muove l’itinerario: il tempietto che ospita tre generazioni della famiglia D’Amico, dallo scultore Domenico, zio del “padre” del teatro italiano Silvio, nonché padre del musicologo Fedele fino alla moglie di questi, la grande sceneggiatrice cinematografica Suso Cecchi.
L’arte dell’Ottocento e del Novecento nelle sue varie espressioni accompagna le diverse fasi costruttive del Cimitero Monumentale con il contributo di architetti (Vespignani, Koch, Bazzani, Piacentini, Cianferoni, etc.), di pittori (Minardi, Severati, Cambellotti, etc.) e di scultori (Gnaccarini, Monteverde, Fabi Altini, Ximenes, etc.). Due secoli di arti figurative arricchiscono la storia di un museo del tutto particolare, in quanto museo di storie e per questo ricco anche delle arti performative e letterarie, che i personaggi sepolti ci permettono di ricordare. Attori, registi, musicisti, poeti, scrittori, critici compongono un caleidoscopio di memorie ed emozioni, con le voci, le immagini e le note di Trilussa, Petrolini, Deledda, Ungaretti, Gasmann, Rossellini, Sinopoli, Muzio, Caorsi e tanti altri protagonisti della nostra identità artistica e culturale.

Il documentario: durata 20 minuti.

Un viaggio che attraversa la storia del Cimitero, nei suoi sentieri antichi e moderni, accompagnati da voci narranti. Un’immersione nelle meraviglie delle Sette Arti: dalla pittura alla scultura e architettura, dalla poesia alla letteratura, dalla musica alla danza, il teatro e il cinema. Il documentario ci offre una prospettiva a volo d’uccello alternata alla visione di un dedalo di piccole strade che improvvisamente si aprono a scorci paesaggistici e monumentali.
Un Requiem originale, composto da Marco Rosano e cantato dal controtenore Andreas Scholl, conferisce alle immagini un profondo spessore sacro ed emotivo. Il taglio dei testi narrativi vuole essere un contributo didattico e documentale per i tanti che desiderano conoscere e studiare il Verano: sia nella sua storiografia, sia nei molteplici intrecci di “storie” degli artisti che vi hanno lavorato o che al Verano riposano, e che, in entrambi i casi, permettono al fruitore del filmato di divenire egli stesso il testimone della ricchezza di questo museo all’aperto dell’arte, della cultura e della storia di Roma.

Note di Lettura.

È inconsueto pensare al Verano come luogo di trasformazione e diversità. Eppure il cambiamento che irrompe in ogni evento storico o artistico viene filtrato e distillato in questo luogo, in cui i conflitti e le diversità non perdono i loro valori ma si intrecciano e diventano una complessa rete identitaria. “Le Sette Arti al Verano. Crocevia di diversità” vuole restituire questo sguardo d’insieme e contemporaneamente calarsi in alcune di queste storie. Storie e memorie di due secoli di arte e artisti, che soltanto in questo luogo trovano imprevedibili contiguità, rimandi e contrasti. La scelta di alcuni soltanto - siano scultori, architetti, pittori, scrittori, musicisti, attori – è di per sé un taglio nella rete e dunque un atto in qualche modo arbitrario, comunque esemplificativo dell’incredibile bagaglio culturale che qui si racconta e ci rappresenta. Solo al Verano la prospettiva a volo di uccello consente di legare Tommaso Minardi a Roberto Rossellini, Duilio Cambellotti ad Alberto Sordi, Grazia Deledda a Virginio Vespignani, Trilussa a Giuseppe Ungaretti, Giovanni Sgambati a Suso Cecchi D’Amico, Gianni Rodari a Luigi Pirandello, Filippo Severati a Ettore Petrolini. Proprio alla tomba di quest’ultimo ci si sofferma per ascoltarlo in uno dei suoi travolgenti monologhi “paroliberi”, interpretato da Sabina Barzilai. La regia del documentario – firmata da Ian Cardinali - incrocia con continui rimandi due prospettive e due linguaggi visivi. Da un lato una visione dall’alto, un’ipotetica soggettiva degli uccelli dallo spazio sovrastante, che ci piace immaginare come luogo-non-luogo dove le memorie si addensano in un unico tessuto. Dall’altro il movimento a terra del nostro occhio lungo i singoli fili di quel tessuto, che percorriamo senza poterne apprezzare l’insieme. Un peregrinare fatto d’inciampi, di scarti e immagini frammentarie, laddove la visione a volo d’uccello, lenta e priva di sussulti, trascende il dettaglio.
La possibilità di integrare questi due sguardi e di ricucire armonicamente il fluire delle esperienze è affidata alla musica. Il Requiem di Marco Rosano (2012) è l’evoluzione del connubio tra il compositore e il controtenore Andreas Scholl, già interprete dello Stabat Mater (M. Rosano, 2004). Il registro vocale di controtenore permette di annullare la distanza tra il maschile e il femminile, staccandosi dal cliché classico/operistico della dualità soprano-tenore e integrando le caratteristiche vocali dei generi: una voce idealizzata, senza tempo, senza aggettivi. Il linguaggio armonico e melodico è una ricerca fra la semplicità e la profondità, in un sottile equilibrio che evoca un “luogo emotivo” fatto di pace e serenità, uno spazio interiore di preghiera e meditazione. “Le Sette Arti al Verano. Crocevia di diversità” raccoglie l’esperienza pluriennale nella progettualità culturale dedicata al Cimitero Monumentale del Verano da parte degli storici dell’arte Marco Cardinali e Maria Beatrice De Ruggieri di Emmebi.

Guarda il documentario sul canale YouTube AMA. La cultura al Verano